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Mi
presento Credo di essere nata con
la penna in mano. Ricordo benissimo che a sei anni mi costruivo da sola
il giornale di Topo Gigio, un grande foglio A3 piegato in due che
riempivo con racconti e disegnini del mio roditore preferito. Le storie
erano frutto della mia fantasia, i disegni invece venivano
disinvoltamente ricalcati da quelli pubblicati sulle riviste. Ne
"tiravo" due o tre copie – nel senso che rifacevo lo stesso lavoro in
originale più volte – e poi le regalavo in giro, seguendo lo spiccato
senso degli affari che mi ha sempre contraddistinto. Crescendo, a scuola
scrivevo temini niente male che contribuivano ad alzare la media dei
voti, nelle materie scientifiche brillavo per scarsità di
rendimento e per poco interesse, come veniva chiosato con puntualità nei
giudizi di fine anno. Perché ho scelto il web In Italia ci sono più scrittori
che lettori; le case editrici – che comunque riescono come per
magia a far uscire un centinaio di titoli al giorno – sono un po' in
apnea, è ovvio: si tratta di imprese commerciali, mica istituti di beneficenza. Fra le
natività giornaliere parecchie sono schifezze ignobili, molte
frutto di oneste artigianalità letterarie, poche sublimi capolavori talvolta di autori sconosciuti. Difficile scegliere,
soprattutto quando i critici prezzolati contrabbandano mediocrità per
opere imperdibili. Bisognerebbe farseli restituire da loro i soldi
buttati in acquisti che poi si rivelano vere e proprie truffe. D.M. Non bisogna mai esaurire un argomento al punto che al lettore |
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